Appunti di trading

4, settembre 2010 alle 9:18 PM | Pubblicato su Uncategorized | Lascia un commento

Aggiunti sul sito http://www.equititrader.it

APPUNTI DI TRADING

Per l’indice e il download cliccare sull’immagine.

Aggiunta la chat per operatività realtime

30, agosto 2010 alle 1:32 PM | Pubblicato su Uncategorized | Lascia un commento

viste le esigenze di chi opera in tempo reale ho pensato di aggiungere una chat per operatività in tempo reale (per utenti registrati) su http://www.equitytrader.it

Nuovo sito e Forum

19, Maggio 2010 alle 8:14 PM | Pubblicato su Uncategorized | Lascia un commento

Dopo aver deciso di lasciare il forum storico, sul quale ho scritto per 3 anni, ho aperto un piccolo sito dove poter scambiare qualche opinione con persone (si spera) che non abbiano secondi fini.

Il sito è http://www.equitytrader.it

Vi dico subito che non è mio interesse vendere prodotti o pompare titoli, il nuovo sito vuole essere soltanto un luogo virtuale dove parlare di trading con trader o aspiranti tali. Visto che il tutto è stato messo su da pochi giorni sarò felice di accettare proposte di miglioramento o di collaborazione da persone che hanno colto lo spirito dell’iniziativa.

Vi aspetto numerosi.

Aggiornamento portafoglio azionario 2010

30, gennaio 2010 alle 10:54 am | Pubblicato su Portfolio | Lascia un commento

aggiornamento al 28/05/2010. Lo stacco dividendi non è conteggiato nelle performance.

portafoglio 2010 : 7,28%

portafoglio 2010 casuale : 6,64%

paniere indici : 10,21%

In dettaglio:

portafoglio 2010

portafoglio casuale 2010:

paniere di indici:

Arbitraggio

30, gennaio 2009 alle 3:16 PM | Pubblicato su Azioni, Corporate e bancarie, Derivati e futures, Obbligazioni, Operatività, TdS | 4 commenti

L’arbitraggio è una delle tecniche più utilizzate, in quanto permette di sfruttare, a vantaggio dell’investitore, delle “inefficienze” di prezzo.

Prima di tutto diamone la definizione [fonte Wikipedia]:

In economia e in finanza, un arbitraggio è un’operazione che consiste nell’acquistare un bene o un’attività finanziaria su un mercato rivendendolo su un altro mercato, sfruttando le differenze di prezzo al fine di ottenere un profitto. L’operazione è possibile se il guadagno che si ottiene supera i costi per il trasferimento del bene trattato da un mercato all’altro. L’intera operazione deve essere senza alcun rischio per l’operatore. L’arbitraggio si differenzia dalla speculazione per il fatto che, mentre il primo è un modo di lucrare sulle differenze di prezzo presenti in luoghi diversi la seconda opera sulle differenze di prezzo di uno stesso bene in tempi diversi: mentre la speculazione ricerca il lucro giocando sul fattore “tempo” (vendita successiva all’acquisto e viceversa), l’arbitraggio lo ricerca nel fattore “spazio” (acquisto e vendita su due mercati diversi).

Le possibilità di arbitraggio sono moltissime e spesso sono utilizzate come strategia portante da parte di Hedge Fund e investitori istituzionali.

Nell’immagine in basso a sinistra vediamo il book del titolo quotato sul mercato A e a destra il book del titolo quotato sul mercato B.

b1


Dal confronto tra i book notiamo che:

Mercato A: Spread 15 tick, Volumi 1.568.000

Mercato B: Spread 6 tick, Volumi 6.573.000

Quasi sempre il book del mercato A segue i movimenti che si hanno sul B che, essendo un mercato più liquido, tende ad influenzarne i prezzi di A, con un ritardo.

Nell’immagine sottostante vediamo che il book A si “adegua” ai prezzi segnati sul B (sono comparsi 2 ordini da 50.000 pezzi a 84,01 e 84,06).

b2


Altro adeguamento del book A con la cancellazione dell’ordine a 84,06 e immissione a 84,10

b4


Qui vediamo una possibilità di acquisto sul A a sconto rispetto al B, infatti volendo comprare a mercato sul A possiamo farlo a 84,15, mentre sul B bisognerebbe pagare 84,23

E allo stesso tempo, potremmo vendere sul B la quantità di titoli che abbiamo appena acquistato su A dove l’offerta più alta è 84,11 contro gli 84,21 offerti sul B.

b5


Riassumendo l’operazione quindi:

BUY [A]: 41.000 a 84,15

SELL [B]: 41.000 a 84,21

In questo modo i rischi connessi all’operazione di arbitraggio sono inesistenti, e viene detto risk free arbitrage.

C’è da dire, per smorzare facili entusiasmi, che fare questo tipo di operazioni con i normali strumenti dei trader non professionisti è molto difficile in quanto i disallineamenti durano pochi secondi e sono molto seguiti (e sfruttati) dai sistemi automatici che sull’immissione degli ordini sono molto più veloci.

La liquidità di un titolo

24, gennaio 2009 alle 10:27 am | Pubblicato su Azioni, Corporate e bancarie, Obbligazioni, Operatività, TdS | 3 commenti
Tag: , , , ,

La liquidità di un titolo rappresenta la facilità dello stesso ad essere economicamente e rapidamente convertito in moneta legale, questo è un fattore da tenere in considerazione per valutarne il rischio.

I book di negoziazione e i volumi (giornalieri, mensili…) permettono di ottenere utili informazioni sull’effettiva capacità del titolo di essere convertito rapidamente in moneta e indicano anche la forza o debolezza del titolo dando la possibilità all’investitore di prendere posizione con una maggiore possibilità di successo.

Nelle immagini successive vediamo il book di un titolo obbligazionario General Electric durante i difficili giorni difficili post fallimento Lehman Brothers.

Nel primo book (18/09/2008) vediamo che il titolo è praticamente illiquido e addirittura non mostra alcuna proposta in denaro. Questa situazione di scarsa liquidità, al momento di vendere, crea un eccesso di offerta che condurrà ad una riduzione anomala nel prezzo. (ultimo scambio avvenuto a 87,99 e le successive proposte in vendita sono inferiori).

ge1


Il giorno seguente iniziano ad apparire proposte in acquisto a prezzi che vanno da 84,1 a 87 ma i venditori si posizionano a prezzi superiori rispetto al giorno precedente. Si può quindi ritenere che quando il titolo è poco liquido si compra ad un prezzo più alto e si vende ad un prezzo più basso.

ge2


Pochi giorni dopo (22/09/2008), prima dell’apertura del mercato, grazie alla poca liquidità vediamo chiaramente come ci sia solo il market maker sul book (100k in denaro e 100k in vendita) e vediamo anche questa volta che si compra ad un prezzo più alto e si vende ad un prezzo più basso rispetto al giorno precedente.

ge3


Nella mattinata del 22 vediamo che l’arrivo di compratori fa alzare il prezzo al market maker confermando ancora una volta che in assenza di altri venditori è lui ad avere il “monopolio” sul prezzo di vendita dell’obbligazione.

ge5


Visto questo piccolo esempio possiamo affermare che chi è in possesso di grandi quantità di denaro o di titoli ha la possibilità di gestire le proposte di acquisto e vendita in maniera molto articolata e può pertanto influenzare la percezione degli altri osservatori del book. Ciò implica che livelli molto carichi, con book poco liquidi possano in realtà ospitare quantitativi in acquisto o in vendita soggetti a un’improvvisa revoca. E’ facile capire quindi che i piccoli investitori solitamente sono i soggetti più penalizzati da questa mancanza di liquidità sul titolo, portando spesso a pagare degli spread elevati al mercato soprattutto in momenti di panico, al contrario i titoli poco liquidi sono preferiti da investitori con buone capacità economiche perché riescono a soddisfare le esigenze dei piccoli investitori che vogliono smobilizzare.

Acquisto obbligazioni all’emissione

23, gennaio 2009 alle 7:41 PM | Pubblicato su Corporate e bancarie, Obbligazioni, TdS | 5 commenti

E’ molto frequente tra i risparmiatori la convinzione di aver acquistato un prodotto in collocamento senza aver pagato alcuna commissione.

Questo non è affatto vero.

Purtroppo l’errore è dovuto alla superficialità degli investitori e alla bravura dei bancari a piazzare il prodotto. Nella stragrande maggioranza dei casi l’unica cosa che guarda l’investitore quando compra un’obbligazione è la cedola e/o il rendimento, senza perdere cinque minuti del suo tempo a leggere il prospetto informativo.

Ebbene, è proprio nel prospetto informativo che si può capire quanto si paga di commissioni implicite. Solitamente i costi impliciti di collocamento vanno dal 3% al 4%. (vedi tabella)

Tabella riepilogativa

Tabella riepilogativa

Una volta che l’investitore medio ha acquistato l’obbligazione difficilmente ne segue l’andamento, preoccupandosi soltanto di vedersi accreditare la cedola, oppure vedere la valorizzazione sui rendiconti semestrali.

L’obbligazione acquistata a 100 all’emissione (a meno che non ci siano forti oscillazioni dei tassi, o particolari notizie sull’emittente) nel suo primo giorno in cui arriva sul mercato tende a scendere di prezzo, nel nostro caso verso 96.5, proprio perchè chi vuole acquistarla sul mercato non vuole pagare un premio del 3,5% (costo di collocamento) all’investitore che vuole vendere. Per questo motivo converrebbe acquistare sul mercato, anzichè in collocamneto. Di contro, bisogna però valutare anche le commissioni che la propria banca prende nel momento in cui si decide di comprare il titolo sul mercato e non in collocamento. Il gioco potrebbe non valere la candela.

Infine ricordo che lo stesso discorso delle commissioni è valido anche per i Titoli di Stato, seppur in misura più ridotta rispetto ad emissioni obbligazionarie corporate o bancarie.

Il book (2)

3, gennaio 2009 alle 4:14 PM | Pubblicato su Operatività | 1 commento
Tag: ,

Nel primo articolo abbiamo imparato a “leggere” un book di negoziazione titoli. Ora possiamo approfondire alcuni aspetti importanti che variano in base alla piattaforma di trading che utilizziamo ed in base allo strumento finanziario (azioni, obbligazioni, valute etc…).

Il lotto minimo

E’ il più piccolo numero di titoli che si può acquistare.

Per il mercato azionario  solitamente è 1. Per le obbligazioni ed altri strumenti i quantitativi variano in lotti da 1.000 e suoi multipli (eccetto per le obbligazioni con coupon stripping).

I tipi di ordine

Ordine a mercato (EEC): si usa per acquistare un titolo alle migliori condizioni possibili. Questo tipo di ordine è rischioso in quanto si è esposti all’oscillazione del prezzo, per cui è sempre meglio immettere ordini con un limite di prezzo. Si ricorda che un ordine a mercato EEC (Esegui E Cancella) cerca di soddisfare la quantità inserita su tutti i livelli del book e qualora queste quantità fossero insufficienti cancella la parte dell’ordine in eccesso.

Ordine con limite di prezzo: Serve a dichiarare la disponibilità ad acquistare un titolo ad un prezzo non superiore ad un determinato valore o a vendere ad un prezzo non inferiore ad un determinato valore.

Tutto o niente (TON): Serve per comprare un titolosolo ad un certo prezzo e per una determinata quantità, se così non avviene l’operazione viene annullata.

Altre info dal sito di Fineco.

——————————————————

Bisogna ricordare che alcune piattaforme offrono la possibilità di accedere a più mercati per lo stesso strumento (es. MOT e TLX per le obbligazioni), per cui lo stesso strumento si può acquistare su un mercato (ovviamente quello dove costa di meno) e rivenderlo su quello che risulta essere il più remunerativo. Questo tipo di operatività è detta arbitraggio.

FED Quantitative easing

20, dicembre 2008 alle 12:31 PM | Pubblicato su Macroeconomia | Lascia un commento

Con lo storico taglio dei tassi a zero della Federal Reserve si inizia a mettere in pratica quello che finora era scritto solo sui libri. Parliamo del quantitative easing.

In sostanza Bernanke ha deciso che la soluzione (io la definirei “pezza a colore”) è quella di stampare nuova moneta. Questa strada è stata intrapresa da settembre, e da allora ne hanno stampato un trilione.

Quantitative easing e azzeramento dei tassi, a mio avviso, sono molto pericolosi perchè visto che le regole di accesso al credito sono rimaste invariate si potrebbe creare una bolla molto più grande rispetto a quella creata coi tassi bassi di Greenspan.

Dopotutto questa strada è stata perseguita già dai giapponesi da quasi 10 anni e i risultati sperati non sono venuti…tassi allo 0,10% e Nikkey a 8600 punti

immagine11

grafico che mostra il quantitative easing messo in atto dalla FED

Portafoglio statico 2009

13, dicembre 2008 alle 11:10 am | Pubblicato su Portfolio | Lascia un commento

Ho iniziato a selezionare i titoli per  il 2009. Di seguito elenco quelli che faranno parte del mio portafoglio azionario statico per il prossimo anno.Cercherò di aggiornarne il valore settimanalmente o mensilmente (ultima colonna a destra).

5 titoli azionari italiani (CEMENTIR, VIANINI LAVORI, ENI, EDISON, D’AMICO)

2 ETF (LYXOR EONIA, DJES50 sul quale probabilmente avvierò un piano di accumulo)

3 azionari USA (BIOPURE,  BOULDER FUND, CITIGROUP)

Composizione del portafoglio con relativa performance

Composizione del portafoglio con relativa performance

Pagina successiva »

Blog su WordPress.com.
Entries e commenti feeds.