Siti e risorse per i mercati

16, novembre 2008 alle 8:46 PM | Pubblicato su Azioni, Derivati e futures, Operatività, Portfolio | Lascia un commento
Tag: ,

[Forum] Finanzaonline
[Forum] Market Masters
[Forum] Stock on fire
[Forum] Online traders Forum
[Forum] Willmott

[Utilità] NYSE Short Interest
[Analisi fondamentale] Titoli USA
[Analisi fondamentale] Titoli italiani
[Analisi fondamentale] CSI Finanza
[Analisi fondamentale] Stock screener google
[Analisi fondamentale] Prophet
[Quotazioni] Stoxline
[Quotazioni] Chart & quotes
[Quotazioni] Settori USA
[Quotazioni] Futures realtime
[Quotazioni] ADVFN – Commodity, Stock
[Quotazioni] Tradeweb
[Quotazioni] TradingDay

Siti e risorse per obbligazioni

16, novembre 2008 alle 8:23 PM | Pubblicato su Obbligazioni, TdS | Lascia un commento

Qualche sito per tassi, informazioni, e quotazioni obbligazionarie

[Quotazioni] Mercato tedesco – OnVista
[Quotazioni] e screening TLX- MOT (Unicredit Investimenti)
[Quotazioni] Asian Bond monitor
[Quotazioni] Borsa Italiana
[Quotazioni] Teleborsa
[Quotazioni] FazNet
[Tassi] FED Open Market Operations
[Tassi] Akerfinance – Eurirs, Euribor, Swap
[Tassi] Euribor dati storici
[Software] PcBond

BOT

2, novembre 2008 alle 1:55 PM | Pubblicato su TdS | Lascia un commento
Tag: ,

I BOT sono titoli a breve termine con scadenza entro l’anno. La remunerazione, interamente determinata dallo scarto di emissione dato dalla differenza tra il valore nominale ed il prezzo pagato, è considerata anticipata, in quanto la ritenuta fiscale per gli investitori individuali si applica al momento della sottoscrizione.
L’asta dei BOT è riservata agli intermediari istituzionali autorizzati.

CARATTERISTICHE DEI BOT
Valuta: €uro
Scadenza: 3/6/12 mesi o qualsiasi altra durata compresa entro l’anno espressa in termini di giorni (BOT Flessibili)
Remunerazione: scarto d’emissione
Meccanismo d’asta: asta competitiva sul prezzo
Periodicità emissione: mensile (a metà mese per i BOT trimestrali ed annuali, a fine mese per i semestrali); BOT flessibili in base alle esigenze di gestione della liquidità.
Date di regolamento: tre giorni di valuta sul mercato primario, due giorni sul secondario
Convenzioni di mercato: per il calcolo dei giorni, giorni effettivi/360
Modalità di rimborso: alla pari, in unica soluzione a scadenza

INVESTIRE IN BOT
I Buoni Ordinari del Tesoro sono emessi con scadenze uguali o inferiori all’anno e sono ammessi alla quotazione sui mercati regolamentati, segnatamente il mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di Stato (MOT) per quantitativi limitati (lotti da 1.000 € o multipli) ed il mercato telematico a pronti dei titoli di Stato (MTS) per scambi non inferiori a 2,5 milioni di €uro.
Grazie alla caratteristica di essere titoli zero-coupon, i BOT presentano indubbi vantaggi in termini di gestione poiché l’esborso finanziario richiesto per questo tipo di investimento risulta essere inferiore al valore nominale di rimborso ed inoltre non esiste l’esigenza di reinvestire i flussi percepiti periodicamente a titolo di interessi.
Chi vuole acquistare un BOT in asta, deve prenotare la quantità desiderata presso un intermediario autorizzato entro il giorno precedente l’asta.
Essendo titoli soggetti al regime di dematerializzazione, gli importi sottoscritti dei BOT sono rappresentati da iscrizioni contabili a favore degli aventi diritto.
Le norme sulla trasparenza bancaria hanno fissato un tetto alle commissioni che le banche possono richiedere ai propri clienti per la sottoscrizione dei BOT: esse non possono superare 0,05% per i titoli con durata residua uguale o inferiore agli 80 giorni; 0,10% per i titoli con durata residua compresa tra gli 81 ed i 170 giorni; 0,20% per quelli con durata residua tra i 171 ed i 330 giorni e 0,30% per i titoli con durata residua pari o superiore a 331 giorni.
Tali commissioni si aggiungono al prezzo applicato dagli intermediari ai richiedenti che è quello medio ponderato d’asta.

CCT

2, novembre 2008 alle 1:51 PM | Pubblicato su TdS | Lascia un commento
Tag: , ,

I CCT sono titoli a tasso variabile con la durata di 7 anni.
Gli interessi vengono corrisposti con cedole posticipate semestrali indicizzate al rendimento dei Buoni Ordinari del Tesoro semestrali; sulla remunerazione incide anche lo scarto d’emissione, dato dalla differenza tra il valore nominale ed il prezzo pagato.
L’asta è riservata agli intermediari istituzionali autorizzati ai sensi del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n.58

CARATTERISTICHE DEI CCT
Valuta: €uro
Scadenza: 7 anni
Remunerazione: cedole variabili posticipate, semestrali, indicizzate ai BOT semestrali più margine (detto spread); scarto d’emissione
Meccanismo d’asta: asta marginale sul prezzo
Date di Regolamento: due giorni di valuta sul mercato primario, tre giorni sul secondario
Modalità di Rimborso: alla pari, in unica soluzione a scadenza.

I Certificati di Credito del Tesoro sono titoli da sempre molto apprezzati dalle famiglie per la loro caratteristica di adeguare la cedola ai tassi di mercato e di garantire, quindi, in occasione di eventuale negoziazione prima della scadenza, un capitale verosimilmente uguale a quello inizialmente investito.
I CCT sono emessi, dal marzo 1991, a sette anni. Analogamente agli altri titoli di Stato, i CCT sono trattati regolarmente sul mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di Stato (MOT) per tagli di piccolo importo (lotti da 1.000 euro o multipli) e sul mercato telematico a pronti dei titoli di Stato (MTS) per scambi non inferiori a 2,5 milioni di euro.
Chi vuole acquistare un CCT in asta deve effettuare la prenotazione presso un intermediario autorizzato entro il giorno precedente l’asta.
Essendo titoli soggetti al regime di dematerializzazione, gli importi sottoscritti dei CCT sono rappresentati da iscrizioni contabili a favore degli aventi diritto.
Le commissioni di collocamento previste per i CCT ammontano allo 0,30% (30 punti base) e sono retrocesse dal Tesoro agli intermediari finanziari al momento della sottoscrizione. Conseguentemente, gli intermediari sono tenuti ad applicare alla clientela il prezzo d’asta, senza aggravio di commissioni.

INDICIZZAZIONE
Attualmente è in vigore il seguente meccanismo di indicizzazione:
CCT a cedola semestrale emessi a partire dal 1° gennaio 1995 1
Si considera il rendimento lordo semplice annuo registrato sui BOT a sei mesi nell’ultima asta che procede il godimento della cedola. Si moltiplica per 0,5 e si somma lo spread. Il risultato è arrotondato ai cinque centesimi più vicini.
Per quanto riguarda l’effettivo pagamento degli interessi rimane uno scostamento temporale di soli sei mesi tra la definizione della cedola ed il relativo pagamento.
La misura del margine (spread) da sommare ai rendimenti così determinati, a partire dal CCT 1-11-1996/03, equivale a 15 punti base. In precedenza tale margine era stato fissato nella misura di 50 punti base, utilizzato sino all’emissione 1-8-1993/00 inclusa, poi modificato in 30 punti base per i CCT emessi dal 1° ottobre 1993 sino al 1° settembre 1996.
In conclusione, sono attualmente disponibili sul mercato secondario CCT con cedole semestrali indicizzati ai rendimenti BOT 6 mesi e con i livelli di spread sopra indicati.

Supporti e resistenze

2, novembre 2008 alle 10:16 am | Pubblicato su Operatività | Lascia un commento
Tag:

Definizione

Nel grafico delle quotazioni di un valore finanziario si possono rilevare dei livelli di prezzo che, in qualche maniera, ostacolano il proseguimento della tendenza in corso: questi ostacoli prendono il nome di supporti e resistenze.

In altri termini, il supporto non è altro che un livello che si oppone al proseguimento di un trend discendente: visivamente, si può osservare che il grafico arresta la sua discesa, tentenna, rimbalza una o più volte per poi invertire la rotta o proseguire definitivamente nella direzione iniziale; in questo secondo caso, la violazione del supporto racchiude implicazioni fortemente negative per il successivo andamento delle quotazioni, dal momento che le forze che si opponevano all’ulteriore discesa vengono sconfitte.

Ribaltando il concetto, la resistenza è un livello di prezzo che ostacola il proseguimento di un trend ascendente: in prossimità di una resistenza, il grafico arresta la sua ascesa, tentenna, rimbalza una o più volte all’ingiù prima di ridefinire la direzione di marcia; così come per il supporto, anche la violazione di una resistenza implica delle conseguenze, questa volta positive, dovute alla sconfitta delle forze che si opponevano all’ascesa dei prezzi.

Tipologie

Si possono individuare diversi tipi di supporti e resistenze, tutti con le stesse implicazioni appena viste.

Un primo tipo è costituito da un livello di prezzo che, nell’esame della serie storica, ha più volte dato prova di impedire il proseguimento della tendenza. In questi casi, l’efficacia del supporto o della resistenza è tanto maggiore quanto più è recente la sua presenza nella serie storica, soprattutto se il fenomeno si è ripetuto più volte nel tempo. La sua efficacia, inoltre, sarà ancora maggiore se, nel passato, il freno alla tendenza in atto si è manifestato in presenza di volumi consistenti.

Oltre a questi livelli, statici, possono essere individuati anche livelli dinamici, sia di supporto che di resistenza, i quali svolgono la stessa funzione di quelli appena visti. Così è, ad esempio, per una trendline. Le linee di tendenza, infatti, assolvono per definizione a una funzione di delimitazione della tendenza in corso e, di conseguenza, a una funzione di supporto, se la trendline è ascendente, o di resistenza, se la trendline è discendente.

Anche una media mobile delle quotazioni, della quale parleremo nel capitolo relativo all’analisi algoritmica, si può opporre, con gli stessi effetti, a un ulteriore sviluppo dell’andamento in corso.

Efficacia

Benché supporti e resistenze svolgano un ruolo primario nell’esame dei grafici dei prezzi, è necessario puntualizzare che la loro corretta individuazione non è sempre agevole a causa della mancanza di punti realmente oggettivi che ne costituiscono la base.

Persone diverse tendono a tracciare trendlines su punti di svolta diversi, a costruire medie mobili con parametri diversi, a individuare livelli statici di prezzo sulla base della propria esperienza e degli obiettivi temporali dei propri investimenti.

Tutto questo, pur non sminuendo la validità dei supporti e delle resistenze, ne subordina la reale efficacia segnalatoria alla competenza dell’analista.

In considerazione della natura propedeutica di questi appunti, non è il caso di addentrarsi nell’esame delle motivazioni che portano alla formazione di supporti e resistenze e nell’analisi dei fattori che ne giustificano l’attendibilità. E’ sufficiente sapere che, il più delle volte, si tratta di motivazioni di carattere psicologico che spingono la massa degli investitori a reagire a certi stimoli in maniera uniforme; inoltre, la conoscenza del fenomeno talvolta costituisce di per sé stessa causa di determinati comportamenti.

Caratteristiche delle obbligazioni

2, novembre 2008 alle 10:05 am | Pubblicato su Obbligazioni | Lascia un commento

Tasso di interesse

Le obbligazioni pagano gli interessi in misura prestabilita o variabile. Sulla base di questo tasso di interesse, l’emittente paga gli interessi a date prestabilite (di solito ogni sei mesi o ogni anno). Quando un’obbligazione è venduta si consegnano all’acquirente le cedole non ancora maturate. Il compratore pagherà al venditore il capitale e la parte di cedola già maturata.

Scadenza

È la data alla quale è fissato il rimborso del valore nominale dell’obbligazione. Esistono 3 tre categorie di obbligazioni:

– fino a 18 mesi: titoli a breve termine

– da 18 mesi a 5 anni: titoli a medio termine

– oltre i 5 anni: titoli a lungo termine.

Il grafico successivo mostra i flussi di cassa per un compratore di un’obbligazione con queste caratteristiche:

valore nominale 100 euro
prezzo di emissione 98 euro
cedola 5%: 5 euro
durata 5 anni
Uscite = -98
Entrate = +125
Saldo = 27

Cosa sono le obbligazioni

2, novembre 2008 alle 9:59 am | Pubblicato su Obbligazioni | Lascia un commento

L’obbligazione o bond è un titolo di credito.

È un prestito concesso dall’investitore all’emittente delle obbligazioni: uno stato, un governo, un’organizzazione internazionale o una società privata.

Quando emette un’obbligazione, l’emittente s’impegna a:

  • restituire il capitale scritto sul titolo (valore nominale) alla scadenza del prestito;

  • effettuare una serie di pagamenti periodici (cedole) calcolati in base a un tasso      d’interesse prestabilito.


Le obbligazioni sono emesse allo scopo di reperire, direttamente tra i risparmiatori e a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle dei prestiti bancari, capitali da investire.
Tali condizioni derivano dalla possibilità che l’investitore ha di smobilizzare il proprio investimento sul mercato secondario. Contrariamente all’azionista, l’obbligazionista si assume il rischio d’impresa e non partecipa all’attività gestionale dell’emittente, non avendo diritto di voto nelle assemblee.

Mentre le azioni attribuiscono ai possessori un diritto al dividendo, che è subordinato alla realizzazione di utili, le obbligazioni attribuiscono un diritto di credito. L’interesse può essere fisso o variabile, pagabile con una cedola avente periodicità trimestrale, semestrale, o annuale. Le obbligazioni possono essere emesse alla pari, sotto la pari e sopra la pari; spesso, per incentivare la sottoscrizione, l’emissione è sotto la pari: in questo caso, infatti, il fatto che il prezzo di sottoscrizione (che è quello che si paga) sia inferiore al valore nominale (che è il prezzo di rimborso a scadenza) aumenta il rendimento.
Per garantire i sottoscrittori dal rischio di insolvenza dell’emittente, l’emissione di obbligazioni può essere accompagnata da garanzie. Le obbligazioni non possono essere emesse per un importo superiore al capitale sociale della società emittente, versato ed esistente secondo l’ultimo bilancio approvato; si può derogare a questo principio generale solo se l’emissione è accompagnata da garanzie. La differenza fondamentale tra un’obbligazione e un’azione è che l’investimento azionario ha dei rendimenti incerti, mentre, quando un emittente emette un’obbligazione s’impegna formalmente
a ripagarne il capitale a scadenza e gli interessi periodici.

Individuazione dei titoli

2, novembre 2008 alle 9:54 am | Pubblicato su Asset allocation, Operatività | Lascia un commento

La scelta dei titoli sui quali operare va necessariamente relazionata al trend generale del mercato, al tipo di strategia temporale che si intende adottare, alla personale propensione al rischio e alla composizione del portafoglio.

Trend di mercato. La regola principale che sta alla base di una sana operatività è quella di assecondare il trend generale del mercato. Salvo casi particolari, le operazioni in controtendenza presentano dei rischi notevolmente maggiori di quelli ai quali si va normalmente incontro con le operazioni in tendenza. Saremo, quindi, compratori di titoli in un mercato al rialzo e punteremo al ribasso nel caso contrario.

Diversa è la situazione di un mercato congestionato, un mercato, cioè che si muove lateralmente con andamento oscillatorio. E’ consentito, in questi casi, il tentativo di anticipare i punti di svolta non dimenticando che ciò che può apparire come un prossimo punto di svolta può trasformarsi, invece, in un punto di rottura del canale laterale.

Ottica temporale. E’ strettamente legata alla volatilità del titolo che ci interessa, all’ampiezza cioè delle oscillazioni periodiche alle quali ciascun valore finanziario quotato è sempre soggetto. Un titolo con un buon trend rialzista e con oscillazioni limitate presenta, in un brevissimo periodo, minori possibilità di riuscire profittevole di quanto possa esserlo un titolo in tendenza limitata ma con ampia volatilità. Viceversa, in un’ottica di più lungo periodo, è maggiore la convenienza, se non altro sotto il profilo psicologico, a puntare su un titolo con un trend più accentuato ma con minori escursioni tra minimi e massimi.

Propensione al rischio. Il nostro atteggiamento condizionerà, anzitutto, l’ottica temporale dell’investimento. Ma si esprimerà concretamente anche con la selezione di titoli che, per soddisfare le nostre aspettative, presentino particolari caratteristiche di qualità, flottante, rischiosità intrinseca (coefficiente alfa) e aggressività (coefficiente beta).

Composizione del portafoglio. E’ certamente funzione della propensione al rischio visto che non è altro che la sommatoria delle caratteristiche di un insieme di titoli.

Analisi tecnica e analisi fondamentale

2, novembre 2008 alle 9:52 am | Pubblicato su Operatività | Lascia un commento

Analisi tecnica. L’analista tecnica non mira a conoscere il valore reale di un’azione bensì quel valore che ad essa attribuirà, a breve, il mercato. Egli è infatti convinto di poter rilevare, con l’ausilio di particolari procedure, le speranze, le paure, gli umori, razionali e irrazionali, dei compratori e dei venditori giungendo così a sintetizzare e fotografare, a un dato istante, tutti quei fattori che normalmente sono ritenuti inquantificabili ma che, nondimeno, incidono in maniera preponderante sul processo di formazione dei prezzi; gli diventa più facile, a qusto punto, decidere quando comprare e quando vendere e cosa comprare e cosa vendere in perfetta sintonia con la tendenza e le prospettive del momento.

L’analisi fondamentale si propone di verificare la salute generale, per così dire, di un titolo. E’ un check-up il cui fine non è quello di individuare l’esistenza o la possibilità di insorgenza di un comune raffreddore. L’analisi tecnica, al contrario, si orienta soprattutto verso i sintomi piuttosto che verso le cause.

Si pensi alle variazioni che i titoli quotati hanno in un breve periodo di tempo. Forse un aumento o una diminuzione generalizzata delle quotazioni può indurre automaticamente a ritenere che, contemporaneamente, sia realmente variato l’effettivo valore delle società quotate? Viceversa, stabilito che i valori fondamentali fanno prevedere una crescita economica e patrimoniale della società, si può forse automaticamente ritenere che le quotazioni azionarie siano destinate ad aumentare? Nel breve periodo ben altri elementi assumono preponderanza: esistenza di un trend generale rialzista o ribassista, situazione politica, influenza delle borse estere e chissà quant’altro.

In sintesi, se nell’analisi fondamentale è prevalente l’aspetto previsionale, nell’analisi tecnica è prevalente l’aspetto gestionale, la logica dell’una non è la logica dell’altra, gli obiettivi dell’una non sono gli obiettivi dell’altra.

Ognuna delle due ha una sua ragion d’essere determinata dalle esigenze delle società di gestione di fondi comuni o di altri investitori istituzionali e da quelle dei traders più o meno sfrenati.

In ogni caso, un’analisi di tipo fondamentale che faccia da sfondo alle scelte di breve periodo non può che accrescere le probabilità di successo del trader. Ugualmente, il ricorso all’analisi tecnica per la scelta del momento di intervento non può che giovare a un investimento strategico da attuare sulla base dei fondamentali.

Portafoglio

1, novembre 2008 alle 9:05 PM | Pubblicato su Portfolio | Lascia un commento

I miei titoli del portafoglio azionario di medio/lungo termine:

  • (CEM.MI) CEMENTIR HOLDING
  • (ENI.MI) ENI
  • (DIS.MI) D’AMICO INTERNATIONAL SHIPPING
  • (BTF.N) BOULDER TOTAL RETURN

titoli obbligazionari:

  • CCT DICEMBRE 2010 IT0003605380
  • BTP FEBBRAIO 2037 IT0003934657
  • DEXIA CREDIOP 2010 IT0003815955
  • TURKEY 2025 US900123AW05
  • GE CAPITAL 2013 XS0178807649
  • MERRILL LYNCH 2014 XS0197079972

ETF:

  • (LEONIA.MI) LYXOR ETF EURO CASH
Pagina successiva »

Blog su WordPress.com.
Entries e commenti feeds.