La liquidità di un titolo

24, gennaio 2009 alle 10:27 am | Pubblicato su Azioni, Corporate e bancarie, Obbligazioni, Operatività, TdS | 3 commenti
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La liquidità di un titolo rappresenta la facilità dello stesso ad essere economicamente e rapidamente convertito in moneta legale, questo è un fattore da tenere in considerazione per valutarne il rischio.

I book di negoziazione e i volumi (giornalieri, mensili…) permettono di ottenere utili informazioni sull’effettiva capacità del titolo di essere convertito rapidamente in moneta e indicano anche la forza o debolezza del titolo dando la possibilità all’investitore di prendere posizione con una maggiore possibilità di successo.

Nelle immagini successive vediamo il book di un titolo obbligazionario General Electric durante i difficili giorni difficili post fallimento Lehman Brothers.

Nel primo book (18/09/2008) vediamo che il titolo è praticamente illiquido e addirittura non mostra alcuna proposta in denaro. Questa situazione di scarsa liquidità, al momento di vendere, crea un eccesso di offerta che condurrà ad una riduzione anomala nel prezzo. (ultimo scambio avvenuto a 87,99 e le successive proposte in vendita sono inferiori).

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Il giorno seguente iniziano ad apparire proposte in acquisto a prezzi che vanno da 84,1 a 87 ma i venditori si posizionano a prezzi superiori rispetto al giorno precedente. Si può quindi ritenere che quando il titolo è poco liquido si compra ad un prezzo più alto e si vende ad un prezzo più basso.

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Pochi giorni dopo (22/09/2008), prima dell’apertura del mercato, grazie alla poca liquidità vediamo chiaramente come ci sia solo il market maker sul book (100k in denaro e 100k in vendita) e vediamo anche questa volta che si compra ad un prezzo più alto e si vende ad un prezzo più basso rispetto al giorno precedente.

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Nella mattinata del 22 vediamo che l’arrivo di compratori fa alzare il prezzo al market maker confermando ancora una volta che in assenza di altri venditori è lui ad avere il “monopolio” sul prezzo di vendita dell’obbligazione.

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Visto questo piccolo esempio possiamo affermare che chi è in possesso di grandi quantità di denaro o di titoli ha la possibilità di gestire le proposte di acquisto e vendita in maniera molto articolata e può pertanto influenzare la percezione degli altri osservatori del book. Ciò implica che livelli molto carichi, con book poco liquidi possano in realtà ospitare quantitativi in acquisto o in vendita soggetti a un’improvvisa revoca. E’ facile capire quindi che i piccoli investitori solitamente sono i soggetti più penalizzati da questa mancanza di liquidità sul titolo, portando spesso a pagare degli spread elevati al mercato soprattutto in momenti di panico, al contrario i titoli poco liquidi sono preferiti da investitori con buone capacità economiche perché riescono a soddisfare le esigenze dei piccoli investitori che vogliono smobilizzare.

3 commenti »

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  1. Molto istruttivo. Grazie

  2. Non ho capito.

    Perché dici “i titoli poco liquidi sono preferiti da investitori con buone capacità economiche perché riescono a soddisfare le esigenze dei piccoli investitori che vogliono smobilizzare”?

    E’ vero che se ho 50.000 euro da investire in acquisto su un titolo molto piccolo riesco a soddisfare i piccoli investitori che vogliono vendere quel titolo.

    Però è altrettanto vero che magari fra le proposte di vendita (lettera) ci saranno delle differenze micidiali.

    Ad esempio i primi 10.000 euro a 98, altri 5.000 euro a 93, poi altri 2.000 a 89, eccetera.

    Non è meglio, per un grande investitore, comprare FIAT (per esempio) così avrà l’ordine eseguito ad un unico prezzo e con uno spread minimo fra denaro e lettera?

  3. ciao Marco,
    in effetti la mia affermazione può sembrare poca chiara. Su titoli poco liquidi la pressione psicologica di un acquirente/venditore è esercitata soprattutto dalle quantità esposte sul book. Diciamo che le grosse quantità sia in denaro che in lettera agiscono come delle calamite, cioè hanno la capacità di attrarre icompratori/venditori inducendo a pensare che quello sia il giusto prezzo. In termini tecnici stiamo parlando di supporti e resistenze di cui parlerò appena possibile.
    Riguardo al fatto che i grandi investitori preferiscano titoli con poco spread (per la mia esperienza) non è sempre vero, è una scelta strategica. Sul titolo GE, ad esempio, molti investitori con 100k pezzi hanno comprato a prezzi intorno a 85-88 e oggi rivendono con calma a 103.


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